CAMAIORE. Il capogruppo Fdi Giovanni Donzelli presenta una mozione per scongiurare la chiusura: “Le poste prendono soldi pubblici e tagliano fuori 2000 cittadini: è interruzione di pubblico servizio”

“Il governatore Enrico Rossi intervenga urgentemente per pretendere il mantenimento dell’ufficio postale di Valpromaro, in provincia di Lucca, indispensabile per garantire i servizi essenziali a circa 2000 cittadini residenti in 11 frazioni collinari fra la Versilia e la Lucchesia disposte su un territorio difficile, fra i 130 e i 600 metri di altitudine”. E’ la richiesta formulata in una mozione presentata oggi dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Giovanni Donzelli, che per primo ha raccolto l’appello lanciato in questi giorni dal Comitato paesano di Valpramaro. Il piano di razionalizzazione di Poste italiane prevede infatti la chiusura dell’ufficio a partire dal prossimo settembre.

“Sappiamo bene che il piano di razionalizzazione delle Poste prevede tagli in tutti i comuni con gravi conseguenze – sottolinea Donzelli – ma il caso di Valpromaro grida giustizia: la Regione Toscana deve fare le barricate e pretendere che quell’ufficio resti aperto. Le Poste sono un’azienda privata che però viene finanziata dallo Stato ogni anno con centinaia di milioni di euro per garantire i servizi cosiddetti ‘universali’, cioè quelli essenziali, pagamenti e spedizioni che si possono effettuare soltanto alla posta, rappresentando veri e propri servizi pubblici. E’ assurdo che Valpromaro, grazie ai finanziamenti pubblici, non possa rimanere aperto”.

“Chiudere un ufficio così importante per garantire servizi ai cittadini è una vera e propria ‘interruzione di pubblico servizio’ – rileva Donzelli – se la Regione non interverrà per pretendere il mantenimento dello sportello faremo appello alla Direzione servizi postali dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni perché intervenga a sanzionare il comportamento ‘unilaterale’ dell’azienda Poste Italiane Spa. Il governatore Rossi non esiti un attimo e faccia pressione per il rispetto delle normative di legge che prevedono la garanzia dei servizi essenziali nei comuni disagiati, anche attraverso l’utilizzo di fondi regionali”.

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